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Ora si chiama Piazza del Mercato, ma prima... PDF Stampa E-mail
Scritto da Dante Di Cintio   
Mercoledì 29 Aprile 2009 01:00


Dalla foto, verrebbe da pensare a qualche zona periferica di Montenero e invece siamo al centro del paese e precisamente dove, ora,  sorge il mercato coperto. Come potete vedere, dal disegno, sotto i piedi di quel ragazzino (indovinate chi è) vi è in apparenza, una collinetta ( chiamata Calvario, niente a che vedere con il significato del vocabolo)o meglio lo è, soltanto che sotto uno strato di terra, in alcuni punti al di sotto del metro, troviamo una struttura in cemento costituita da due grandi  vasche, con al centro un vano per arrivare a valvole che servivano per aprire e  regolare la quantità di acqua da immettere nella rete idrica. La data di costruzione di quei serbatoi non è dato sapere, forse intorno agli anni  trenta, mentre furono demolite nel 1965/66.

Nel dopo guerra qualche famiglia aveva in casa i lavandini muniti di rubinetti, vasca da bagno ecc., ma non erano alimentati dall’acquedotto bensì  da vasche poste nel soffitto e riempite, alla bisogna, da acqua presa o dalla sorgente de “lu pisciarill’” a pochi km. da Montenero o addirittura dalla sorgente “Santa Iuxta” oltre Palata. Viene allora da chiedersi e«l’acqua delle vasche ?»; quella alimentava le fontane dislocate in varie zone del paese e proprio al centro vi era la fontana “ lu vacc’l’” tuttora esistente, anche se in altro posto. Alle donne toccava l’ingrato compito di approvvigionarsi  del prezioso liquido. Era necessario alzarsi presto, verso le tre, per mettere in fila la “t’ndrame”, per cui chi riusciva a mettersi in Pole position,  riempiva per prima il proprio recipiente quando l’acqua cominciava a sgorgare stancamente,verso le SEI, dal rubinetto. Non tutto filava liscio, però. Tutti i giorni si assisteva a scene per nulla edificanti, con insulti, parolacce, e molto spesso si passava a vie di fatto con schiaffi e, essendo donne, tiracapelli   ed altro. Era uno spettacolo, se tale  può essere definito, abituale tanto che i nullafacenti si godevano la scena, guardandosi bene dall’intervenire a separare le contendenti. Anzi qualcuno faceva lo spiritoso, ponendosi a distanza di sicurezza, invitando le litiganti a non usare quel  termine  maschile , tanto in voga tuttora, ma un vocabolo femminile. Un giorno un giovane studente (per ¾  cretino e ¼ deficiente) ha dovuto fare ricorso a tutte le energie giovanili  per evitare il linciaggio. Sono a conoscenza di questi episodi perché abitavo proprio di fronte alla fontana e quindi non potevo non vedere e non vi dico il disagio che provavo data la mia giovane  età. Del resto il problema acqua a Montenero,  risolto da pochi anni, è stato sempre una croce e nessuno si è mai, tra tutti gli amministratori, impegnato per  risolverlo non dico del tutto ma almeno  in parte tranne l’allora assessore D’Antonio Aurelio che ebbe il grande merito di dividere il paese, per quanto concerne la rete idrica, in varie zone, evitando notevoli disagi  alla popolazione residente nella parte più alta. Una volta la chiusura centrale era posta dove ora è situata la rotatoria con la fontana, quindi una volta aperta la valvola l’acqua cominciava a scorrere nelle tubazioni ma soltanto in discesa  e (diceva il sig. Monturano Cesare, responsabile dell’acquedotto locale, l’acqua è sfatiat’ e z’ n’ va sempr’ a la cap’ ball’) conseguentemente soltanto quando la zona Bivio era saturata cominciava a salire verso l’alto e spesso quando  raggiungeva le abitazioni di Piazza della Libertà era, nel frattempo, scaduto il tempo, perché bisognava servire la zona opposta, cioè l’ cost’, lu tufarill’ e SantAndun’.

 

Ho citato dei nomi e non vorrei che la cosa venisse in qualche modo strumentalizzata. Il mio racconto ha lo scopo di lasciare ai posteri  notizie sul passato del paese in modo da non incontrare le difficoltà e le delusioni trovate dallo scrivente. Qualcuno, a ragione, ha definito Montenero un paese senza passato e senza futuro ed è questo il motivo per cui ho accettato  con entusiasmo l’invito di Borgia Nicola, che, insieme ad altri, sta cercando di scrollare di dosso ai Monteneresi quella apatia e indifferenza per le cose comuni. 

Commenti

avatar Nino La Forgia
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beh io ricordo quella struttura in cemento armato che aveva a che fare con l'acqua sia quando era in piedi che quando fu demolita; chiaramente non so i motivi della demolizione per ovvie ragioni anagrafiche ma ricordo che quando era in piedi era già molto pericolosa perchè noi ragazzini ci arrampicavamo su delle scale fatte col tondino di ferro usato per le armature e a nasconderci per giocare: mi ha ricordato tanto quella casa dove hanno trovato la morte i due fratellini di Gravina di Puglia. Dopo l'abbattimento, secondo me, diventò ancora più pericoloso perche le macerie rimasero incustodite per anni. Ricordo che le strutture di cemento armato formavano dei piccoli rifugi che diventavano "il quartier generale" della banda di ragazzi del posto. Peraltro in quelle pseudo capanne in cemento armato pericolosissime in quanto fuoriusciva del ferro di tutti i generi e i pezzi di cemento erano alquanto instabili (solo la fortuna ha evitato una qualche tragedia) il pavimento era costituito da pezzi di cartone e lì, lontano dal controllo dei nostri genitori, ci iniziavamo alle prime esperienze da "grandi": fumare una sigaretta ( se eravamo fortunati ad avere qualche piccola moneta la compravamo sfusa altrimenti la facevamo raccogliendo mozziconi avvolgendo il residuo tabacco con qualsiasi pezzo di carta): non avevamo neanche 10 anni. Comunque ogni volta che ci passo vicino e vedo il mercato coperto non posso non ripensare a quel "meraviglioso" periodo.
avatar Dante
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Nino, ho diversi anni più di te e quindi i miei ricordi sono ancora più distanti nel tempo, a cominciare dal periodo bellico, a casa mia vi era un comando di tedeschi, quindi protetta da una batteria antiaerea. Fortunatamente non ci furono attacchi da parte degli alleati e la batteria entrava in funzione soltanto contro i ricognitori alleati e i proiettili nel ricadere facevano delle piccole buche che attiravano tanto le galline, per quale motivo non lo so. Passata la bufera, divenne il campo di gioco mio e dei miei amici. Durante il periodo in cui cominciarono ad asfaltare le strade di Montenero, anche noi creammo una rete viaria con il catrame che sottraevamo dai fusti lasciati, incustoditi, lungo le strade. L'inverno invece era la nostra pista di sci: con le comuni canne, tagliate a metà, legate con spago facevamo una tavola, ora snowboard, e a pancia a terra ci lanciavamo in inebrianti???!!! discese. Hai ragione erano tempi meravigliosi.
avatar Rossano DAntonio
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Dante, a proposito di uno dei nomi che hai fatto... mio padre è stato assessore negli anni Settanta, ma ricordo che ancora anni dopo qualcuno continuava a rivolgersi a lui per problemi alla rete idrica, restando sorpreso di fronte alla risposta: "Vid ca ne stingh chiù a lu Cummun".
avatar Nicola Borgia
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Rossà perchè non chiedi qualche particolare a tuo padre che lui ha una ferrea memoria? Magari ricorda qualcosa che non è stato detto.
avatar antonino d'antonio
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Pompei,sepolta dalla lava nel 79 d.c. aveva l'acqua , una rete idrica e addirittura l'acqua calda nelle case. Montenero ha avuto l'acqua corrente nelle case negli anni 60. L'acquedotto rurale è stato ripristinato e completato nel negli anni 90. Abbiamo avuto l'acqua nelle case quando negli stati uniti si stava conquistando la luna. Oggi la Fiat salva la Crysler con un apporto di tecnologia e senza tirar fuori 1 dollaro. Mah!!!!
avatar Dante Di Cintio
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Abbiamo avuto l'acqua nelle case quando negli stati uniti si stava conquistando la luna. Oggi la Fiat salva la Crysler con un apporto di tecnologia e senza tirar fuori 1 dollaro. Mah!!!!
Come vedi ho ragione io!! Abbiamo due Italia, quella del privato che va a gonfie vele e quella pubblica troppo appesantita da.......... ...........................ognuno ci metta del suo.
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